Vediamo quale sarebbe il carattere di chi soffre di frequenti mal di testa: parecchi studi sulla personalità di questi pazienti hanno messo in rilievo degli elementi comuni.
«Di solito coloro che sono soggetti a emicranie frequenti preferiscono vivere secondo un piano prestabilito: evitano l’incerto e non intraprendono nulla sotto l’impulso del momento. Vogliono essere visti sotto il loro aspetto migliore e temono di essere presi alla sprovvista, si preoccupano molto di vestire bene e badano ad avere una conversazione sempre corretta e brillante. Di conseguenza difficilmente riescono ad essere spontanei e disinvolti : la spontaneità è un tratto di carattere molto raro in chi soffre di mal di testa».
«Questo tentativo di presentarsi sempre al meglio e di ottenere costantemente conferme del proprio valore e successi concreti sul piano sociale porta chi soffre di cefalea a strutturare uno stile di vita caratterizzato da parecchia tensione e da iperattività: sono individui molto ambiziosi e lavoratori accaniti, ai quali piace essere tenuti in grande considerazione e che, sopra ogni altra cosa, temono le critiche. Si addossano un carico sempre maggiore di responsabilità che li porta ad essere perennemente tesi e irritabili. Disgraziatamente molte persone affette da cefalea ed emicrania non riescono a distendersi e a riposarsi come dovrebbero neanche quando hanno un giorno di vacanza».
«Il controllo coinvolge anche la sfera affettiva e sessuale impedendogli di lasciarsi andare a manifestazioni emotive spontanee e di abbandonarsi al piacere sessuale. Quello che emerge dagli studi è soprattutto un quadro generale di controllo dell’ istintualità».
MA HANNO SENSO QUESTE DESCRIZIONI DEL CARATTERE?
Secondo me sì e no. Da un lato non si può certo pensare che tutti quelli che soffrono di mal di testa abbiano lo stesso carattere e così semplicisticamente descrivibile! Questo tipo di schemini sono sempre molto riduttivi e descrivono una media statistica che nella realtà non esiste proprio. Nella realtà ogni mal di testa è diverso dall’altro, come lo è ogni persona: con la sua unicità irripetibile, con i suoi problemi e i suoi modi di reagire, con la sua storia e il suo mondo interiore unico e privato.
Dall’altro lato però esiste una sorta di “simbolismo d’organo” per cui la testa è più adatta ad esprimere un certo tipo di problemi di quanto non lo sia il polmone o il rene… In questo senso un sottile filo di comunità lega metaforicamente tutti coloro che soffrono della stessa malattia.
I discorsi sul carattere vanno sempre presi molto con le pinze, perché sarebbe un vero disastro pensar di conoscere una persona solo in base alla malattia di cui soffre. Ma d’altra parte a volte propongono anche degli spunti interessanti di correlazione tra un certo modo d’essere del corpo e un certo modo d’essere dell’anima…
Dì la tua:
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I PROBLEMI SOTTOSTANTI
Tre aspetti ritornano costantemente nell’analisi psicologica di chi soffre di cefaleee ed emicranie:
1) la presenza di conflitti tra istinto e ragione
2) la repressione del mondo istintuale in generale e delle sue valenze aggressive in particolare
3) la sopravalutazione della funzione del pensiero e la sua inibizione durante l’attacco di cefalea
IL CONFLITTO TRA ISTINTO E RAGIONE
I sintomi della cefalea e dell’emicrania secondo alcune impostazioni psicoanalistiche sono visti come una drammatizzazione corporea dei processi psichici inconsci e dei conflitti lì presenti.
Angel Garma per esempio riferendosi ai risultati di una vasta ricerca condotta sulle cafalee dalla Società Psicoanalitica Argentina giunge a queste conclusioni per quanto riguarda i disturbi a sfondo vasomotorio:
1) il momento iniziale della vasocostrizione costituisce un tentativo di difesa da contenuti angoscianti, che si realizza sia sul piano psichico con un irrigidimento della coscienza contro l’emergere di pensieri, immagini e fantasie disturbanti provenienti dall’inconscio. Sul piano organico questo comporta una contrazione delle pareti vasali che riduce l’afflusso del sangue e
2) il successivo momento di vasodilatazione rappresenta un ulteriore tentativo di difesa-elaborazione del conflitto, avvicinabile a quello messo in atto dall’organismo in caso di infezione.
Sul piano organico il processo vede una esagerata riduzione e poi un eccessivo aumento del flusso sanguigno, analoghi sul piano psichico a una repressione e poi esplosione dell’energia libidica. L’autore constata una specifica relazione con la sessualità dei contenuti contro cui la coscienza mette in atto la difesa.
LA REPRESSIONE DELL’AGGRESSIVITA’
Altri autori vedono invece nell’attacco cefalico-emicranico il risultato di un atteggiamento cronico di repressione dell’aggressività.
Per esempio Alexander scrive: «L’avvio comune di un attacco di emicrania è lo stato di collera represso. È poi veramente impressionante constatare che l’attacco finisce improvvisamente, da un momento all’altro, quando il paziente diviene consapevole del suo atteggiamento di collera fin allora repressa e si sfoga».
Secondo Alexander un atto aggressivo prevede una preparazione ideativa, poi un coinvolgimento vegetativo, e infine una realizzazione muscolare.
La repressione può intervenire in ognuna di queste fasi: qualora sia inibito il pensiero aggressivo comparirà una cefalea o un’emicrania, qualora sia già iniziata la fase di preparazione vegetativa l’inibizione comporterà un innalzamento della pressione arteriosa, mentre se è inibita solo la realizzazione muscolare dell’azione si svilupperà una sintomatologia artritica.
IPERVALUTAZIONE E INIBIZIONE DEL PENSIERO
La testa è la sede elettiva delle funzioni di pensiero e delle attività logico-razionali coscienti. In chi soffre di cefalea ed emicrania esiste secondo gli autori una ipervalutazione di questa funzione nella gestione dei conflitti, e in generale in tutto l’approccio alla realtà esterna: pensare è la facoltà più utilizzata e più altamente valutata. Il blocco del pensiero realizza la difesa della coscienza da contenuti mentali vissuti come pericolosi.
Marty fa una distinzione tra cefalee e emicranie.
a) Nel caso dell’ emicrania siamo di fronte a una ‘difesa d’emergenza’: la coscienza si oppone rigidamente e totalmente ad accogliere un certo contenuto. «Non pensare» equivale a non voler vedere un certo aspetto della propria realtà profonda.
b) Nel caso delle cefalee croniche persistenti invece, l’intera funzione del pensiero risulta costantemente inibita. Secondo l’autore questo è un meccanismo di difesa generalizzato che ha origini antiche, e precisamente nel periodo di sviluppo delle facoltà logico-razionali tra i 6 e gli 8 anni: in quella fase l’intera funzione del pensiero è stata giudicata pericolosa perchè associata a una curiosità intellettuale colpevolizzata.
CONCLUSIONI
Dal quadro generale che emerge dagli studi di vari autori sulle caratteristiche della personalità dei pazienti sofferenti di cefalea ed emicrania possiamo concludere che:
1) II paziente con cefalea o emicrania privilegia la ‘dimensione del capo’, dell’intellettuale e del razionale e con essa cerca di controllare il mondo istintuale.
2) Questo eccesso di controllo finisce per soffocare le parti affettive e per inibire l’espressione delle pulsioni, soprattutto di quelle più calde e sanguigne come l’aggressività e la sessualità.
3) L’attacco di mal di testa o emicrania rappresenta il momento acuto del conflitto tra le pulsioni istintuali che cercano di emergere e la coscienza che si oppone ad esse.
4) II ristabilimento di uno stato di salute e di equilibrio passa attraverso una maggiore accettazione ed espressione delle emozioni.
Dott.ssa Paola Santagostino
Dott.ssa Paola Santagostino: Psicoterapeuta specializzata in Medicina psicosomatica opera da vent’anni a Milano dove tiene sedute individuali di terapia e di consulenza e conduce Corsi e seminari in tutta Italia. E’ autrice di molti libri tra ci “Che cosa è la Medicina psicosomatica” Edizioni Urra Apogeo.
Per contattare l’autrice: contatto@paolasantagostino.it 02.6555635.
Questo articolo fa parte di una serie in cui c’è anche “Per guarire dal mal di testa”
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Anche sedute individuali : contatto@paolasantagostino.it 02.6555635
La mia nonna soffriva di emicrania, così come ne soffre mi madre e questo breve albero genealogico finisce con me 22 anni e soffro di emicrania.
Mi rivedo pienamente in questa descrizione, non accetto mai bene i cambiamenti, gli eventi che non erano in programma mi spaventano sempre, ansiosa solo in particolari casi e pianifico tutta la mia vita a volte sognando anche ad occhi aperti.
Ogni gesto o parola poco carina che mi viene rivolta la prendo sempre come una montagna che non si può scalare, soprattutto se l’artefice di tutto ciò è qualcuno a cui tengo o qualcuno di cui vorrei piena fiducia.
Rimedi su come aiutarsi a prendere la vita in maniera diversa?
Essere perfettina e metterci tutta me stessa in quel che faccio mi piace e non mi cambierei, ma non vorrei più avere crisi emicraniche per i troppi stress.
Gentile Dottoressa mi riconosco completamente nel carattere che lei ha descritto: sembra la mia fotografia! Vorrei fare una terapia con lei, le lascio il mio recapito mail se potesse contattarmi. Cinzia
Certo con un gran mal di testa non si pensa bene, anzi non si riesce a pensare affatto tanto l’attenzione viene calamitata dal dolore! Ed è proprio questo secondo molti autori il senso delle cefalee e delle emicranie: non lasciare emergere alla coscienza dei pensieri e delle fantasie disturbanti.
Vorrei riportare la mia esperienza perchè ritengo che possa servire anche ad altre persone. Ho 45 anni e sono ingegnere informatico, sposato con due bambine di 3 e 5 anni.
Ho fatto una consulenza psicosomatica per il mio mal di testa, che mi perseguitava dai tempi dell’Università. All’inizio io parlavo solo di sintomi e la dottoressa mi spostava sempre il discorso e questo mi innervosiva, ma poi ho capito che bisognava cercare i motivi nella mia vita in generale.
Infatti alla fine li abbiamo trovati. Non riferisco i dettagli perchè sono cose mie private, ma riguardavano tante situazioni che mi facevano arrabbiare e che mi tenevo dentro senza parlarne con nessuno. Anche una mia rigidità di atteggiamenti (forse c’entrava anche con l’essere ingegnere:-)) ma che sono riuscito a superare. Mi sentivo come un vulcano pronto a esplodere e penso di averlo detto perchè abbiamo fatto tante visualizzazioni sul vulcano! e ogni volta dopo mi sentivo meglio.
Adesso sono tre mesi che non ho un mal di testa e è una vera liberazione! ho dovuto modificare parecchie cose di me per uscire da quella situazione ma ne è valsa sicuramente la pena. Quindi invito tutti a non perdersi d’animo come succede quando si soffre di emicranie continue e non si vede la fine. Saluti a tutti Marco.
Mi sveglio con l’emicrania quasi tutte le mattine e me la devo tenere fino a metà pomeriggio perchè non passa con niente: gli analgesici mi riducono un po il dolore quanto basta per riuscire a andare a lavorare.
Leggendo della aggressività repressa penso di soffrirne anche io ma ci sono tante cose che mi fanno arrabbiare sul lavoro che con mio marito e non posso mai sfogarmi per vari motivi. E allora cosa dovrei fare?
GRAZIE PER LA SUA CONSULENZA!!!! Veramente risolutiva davvero, non avrei mai creduto in poche sedute di arrivare al nocciolo della questione e gli affetti sulla mia emicrania sono stati stupefacenti. Un ringraziamento davvero di tutto cuore e spero che continui a lungo ad aiutare tante persone come me. Angela RS Mantova
Ciao a tutti questo articolo è molto interessante grazie.
Gentile Dott. ho letto con estremo interesse questo articolo e trovo che fornisca molti spunti di comprensione significativi. Sarei interessato a intraprendere un percorso terapeutico con lei al fine di riequilibrare alcuni aspetti del mio carattere che sicuramente è sbilanciato sul versante di una eccessiva riflessività a scapito della spontaneità, nella speranza che questo abbia effetti positivi anche sulla patologia cefalalgica di cui soffro da anni. La contatterò personalmente a riguardo ma al momento e preventivamente desidererei da lei una risposta riguardo alle percentuali di successo dei trattamenti e la loro durata media. In attesa di un suo cortese riscontro distinti saluti. Diego
Cefalea ed emicranie alternate e frequentissime. Gli analgesici ormai servono poco, forse ne ho presi troppi in vita mia. C’è qualche rimedio naturale che potrebbe aiutarmi?
Grazie Carola
Anche io mi riconosco molto in quello che dice. In particolare detesto gli imprevisti e tutto quello che mi prende alla sprovvista e mi costringe a uscire dai programmi che ho fatto. Pianificare mi da sicurezza io sono molto ansiosa e non voglio incorrere in brutte avventure per questo programmo tutto! e con estrema cura. I viaggi per esempio, a me piace sapere prima a che ora arriverò e avere l’albergo prenotato e la macchina che ci aspetta. Mio marito invece non da importanza e devo fare tutto io e questo mi fa infuriare. Come mi fanno imbestialire i colleghi che arrivano con le pratiche all’ultimo momento e che non rispettano le scadenze. Se fossero più ordinati le cose funzionerebbero meglio. Questo può c’entrare con le mie emicranee continue? Tutta la rabbia che accumulo ogni giorno?
Io sono proprio così! Mi sono riconosciuta pienamente nel carattere di cui parla. E soffro di emicranie pazzesche fin da ragazza. Riuscirò mai a uscirne?
L’emicrania rappresenta una delle forme piu’ comuni di cefalea, manifestandosi in almeno il 10% della popolazione generale. Ne consegue che circa 6.000.000 di italiani sono afflitti da questo disturbo in questo momento. Tra essi, la maggior parte (circa 3/4) sono donne. Benche’ la cefalea costituisca uno dei motivi di piu’ frequente consultazione del medico, e’ stato calcolato che solo una minoranza di “cefalalgici” si rivolge al proprio medico per cercare aiuto, mentre solo il 16% consulta uno specialista. Studi epidemiologici recenti hanno dimostrato che il fenomeno emicrania puo’ senz’altro essere paragonato ad un iceberg, la cui la parte visibile rappresenta i casi correttamente diagnosticati e quella sommersa rappresenta i soggetti che non si sono mai rivolti ad un medico o che, pur avendolo fatto, non hanno ricevuto un corretto inquadramento diagnostico. Questo spiega perche’ la maggior parte degli emicranici ricorre all’automedicazione, assumendo analgesici da banco per curare il proprio mal di testa. Negli Stati Uniti, la spesa annuale pro capite per il trattamento della cefalea e’ compresa fra i 200 e gli 800 dollari (400.000-1.600.000 lire), mentre in Italia la cifra spesa ogni anno per acquistare farmaci contro il mal di testa si aggira sui 2.000 miliardi di lire. Ma il costo reale dell’emicrania e’ molto maggiore, se si considera che e’ una malattia tipica dell’eta’ produttiva.
Quando l’Atlante e/o l’Asse, rispetto all’Occipite, sono fuori dalla loro posizione anatomica, la testa si sposta fuori dal centro del corpo. Questo crea uno squilibrio corporeo dalla testa alla punta delle dita dei piedi. La maggior parte del peso viene trasferito su un lato del corpo piuttosto che l’altro. Se queste vertebre sono inoltre ruotate dalla loro posizione esse possono ruotare l’intera struttura spinale, includendo anche la pelvi, così che una gamba diventerà più corta rispetto l’altra. Continuare a mantenere l’Atlante in posizione scorretta è una situazione pericolosa per tutto l’intero organismo non solo quello osteo-muscolare-articolare ma anche per tutti quelli aspetti neurologici e di funzionalità viscerale, perché i volumi interni (micro e macro) sono tutti alterati a causa dello squilibrio del corpo reiterato nel tempo.
Grazie! Io sto attenta a non prendere questi studi sul carattere come delle tabelline per non farmi influenzare da idee preconcette sulle persone. Eppure un loro senso, inteso come ambito simbolico in cui si muove chi ha mal di testa piuttosto che mal di cuore o di stomaco credo che l’abbiano. Che ne pensate?
Molto interessante e veritiero
E’ proprio così! Mi rivedo in queste righe. Sono anni e anno che lotto con cefalee estenuanti e ormai anche gli analgesici non mi fanno più effetto. Potrei venire da lei per una consulenza?