Veronica è una bella ragazza giovane che soffre di tachicardia e aritmia, ma che sta anche affondando nella depressione e nello sconforto: passa le giornate a letto imbottita di tranquillanti perchè il terrore di affrontare una nuova giornata è troppo per lei. I motivi ci sono e la soluzione non è arrivata come manna dal cielo. Vediamo che cosa è successo:
Veronica ha 23 anni, è nata in una famiglia abbiente veneziana e ha una madre a dir poco dominante, che appena raggiunta l’adolescenza ha cercato di imporle lo stile di vita che le sembrava più adeguato: gli amici giusti, le uscite giuste, le frequentazioni giuste…
E Veronica a un certo punto non ce l’ha fatta più: è scappata di casa e ha cominciato a vagabondare per l’Europa vivendo di espedienti. Ha fatto tutto quello che la madre avrebbe aborrito e si è pure divertita.
Ma poi…. che cosa è successo non me lo dice all’inizio della terapia: mi dice solo che a un certo punto ha deciso di ritornare in Italia e che adesso è venuta da me perché ha delle tachicardie e aritmie fortissime.
Le chiedo di inventare una fiaba perché questo è il mio metodo di intervento terapeutico.
LA FIABA
“C’era una volta una Principessa che viveva in un castello: il castello era molto bello, molto grande, ma molto molto vuoto… La principessa gira per i saloni con un bellissimo vestito azzurro: tutto è elegante e il castello è pieno di servitù, ma c’è un gran silenzio… La principessa sa come sarà la sua vita rinchiusa in quella gabbia dorata: non vedrà mai che cosa c’è fuori, oltre il parco e oltre il cancello.
Le sembra di non vivere….
Così una notte decide: decide di andarsene, raccoglie quattro vestiti, monta a cavallo e se ne và….
Comincia una vita di avventure incredibili: vede luoghi belli e brutti e passa mille peripezie. Va a caccia con i cacciatori e a pesca con i pescatori, conosce i ladri e gli ubriaconi delle taverne. Non si ferma mai, arriva in un posto, ci vive per un po’ , e poi riparte per nuove avventure.
Ma mentre sta attraversando un bosco di notte, il suo cavallo impazzisce e si lancia in un galoppo folle e sfrenato. Salta, si impenna e riparte.
A un certo punto la fa cadere dalla sella e fugge via.
La principessa perde i sensi e non sa quanto resta svenuta.
Quando si riprende tutta ammaccata prova a muoversi e si guarda in giro: è in una palude. Fa per alzarsi ma si accorge con orrore di essere caduta nelle sabbie mobili.
E’ spaventoso! Si dibatte e urla con tutto il fiato che ha in corpo ma non c’è nulla da fare: più si agita e più affonda e allora resta immobile. ”.
I COLLEGAMENTI
La prima fiaba di Veronica finisce qui, in una situazione drammatica e senza scampo…
Penso che siano evidenti le analogie tra la fuga della principessa dal castello e la vita che Veronica ha condotto negli ultimi anni vagabondando per l’Europa. Anche il cavallo che impazzisce e che si impenna può rappresentare il suo ritmo cardiaco sfrenato e fuori controllo. E l’affondare nelle sabbie mobili assomiglia molto alla sua situazione attuale in cui sta affondando sempre più in un torpore indotto dai sonniferi.
Le chiedo a che cosa associ alle sabbie mobili e mi dice che sono qualcosa di infido e di mortale: “ Ingannano perché all’apparenza sembrano di terra morbida e liscia, ma appena ci metti piede dentro ti risucchiano e ti uccidono. Sembrano mia madre!”
E mi racconta di sua madre, tutta dolce e gentile all’apparenza, ma di fatto molto oppressiva e invischiante: non poteva fare un solo passo fuori dal suo controllo che veniva risucchiata nella sua sfera di controllo. Per questo era fuggita di casa: voleva viver la sua vita.
E cosa significa adesso affondare nelle sabbie mobili? Veronica mi dice: “ E’ proprio quello che sto facendo ora: ho voglia di lasciarmi andare e di non lottare più, di non reagire e non combattere e non sperare: è tutto troppo doloroso. Lasciarmi andare è la voglia di affondare lentamente ma senza dolore nel sonno e nell’incoscienza. Proprio quel che sto facendo: i tranquillanti mi servono solo a dormire più in fretta e a non pensare e non sentire: non ce la faccio a vivere una giornata, voglio solo pace e riposo.
LA FIABA CONTINUA….
Veronica sogna qualcuno che le dice: “Mettiti le mani sul cuore e lasciati andare al tuo destino” e le viene in mente come continuare la fiaba:
“Visto che tanto dibattendosi la principessa peggiorava solo le cose, si mette le mani sul cuore e si lascia affondare nella palude. E sa che non è la prima volta che lo fa.
Affonda nel buio e tocca il fondo che si apre sotto i suoi piedi e si ritrova in un mondo sotterraneo: è una caverna dove vede una vecchia.
Sembra conoscerla da sempre e le dice: ‘Ah, sei qui! Per prima cosa vai di là e metti in ordine’. La principessa ubbidisce ed entra in una stanza piena di palline rosse e nere mescolate: sa che deve separarle come in ogni fiaba. Poi nella stanza successiva trova chicchi di miglio e avena mescolati, e nella terza dei chicchi tondi di granturco insieme ad aghetti di paglia pungenti. Si mette al lavoro e riordina tutto.”
LE MANI SUL CUORE
Chiedo a Veronica che cosa vuol dire “mettersi le mani sul cuore ” e per la prima volta mi racconta che cosa è successo a Berlino prima del suo rientro.
Si era innamorata di un ragazzo tedesco e aveva pensato di aver trovato la persona giusta per lei: sognava di gettar l’ancora in un porto tranquillo e di metter sù famiglia….
Finché Marco non le aveva detto di essere già sposato e di non avere nessuna intenzione di lasciare la moglie. Per Veronica era stato un crollo totale: tutti i suoi progetti sfumavano nel nulla. Da un giorno all’ altro si era ritrovata da ragazza felice e innamorata a ragazza sola e disperata, in un paese straniero, senza nessuna sicurezza e nessun progetto per l’avvenire. Il futuro le sembrava un tunnel nero e il passato una serie ininterrotta di sbagli.
Le tachicardie erano iniziate in quel periodo.
Aveva deciso di tornare in Italia come estremo tentativo di ritrovare un punto d’appoggio stabile, dice: “ In Italia non avevo più nessuno, né casa, né lavoro, né amici, però era la mia terra. Stavo impazzendo e mi sentivo persa: volevo tornare a casa, non a casa dei miei, ma almeno alla mia terra.…”.
I RICORDI DOLOROSI
Le chiedo che cosa vuol dire ‘non è la prima volta’ ed emergono tanti ricordi: “ Certo che non è la prima volta: è sempre stato così!”.
Veronica ricorda la sua infanzia e il dolore che provava perché la madre preferiva sempre i fratelli a lei.
La sua prima reazione era stata di rabbia, ma visto che era inutile combattere e peggiorava solo le cose, si era rinchiusa nella sua disperazione: era cambiata anche fisicamente e da bambina vivace e allegra era diventata una ragazzina triste e introversa.
Ai tempi fantasticava di lasciarsi morire per punire la madre: “ Così poi se ne sarebbe accorta!”
FARE ORDINE
Domando che senso abbiano secondo lei i lavori che la vecchia della fiaba ordina alla principessa.
Dice Veronica : “L’unico senso che riesco a vederci è distinguere le cose, uscire dalla confusione: le palline rosse sono la rabbia e il sangue che va alla testa… e quelle nere sono la tristezza e la disperazione. Io le mescolo sempre, perché quando mi arrabbio poi mi sembra tutto inutile e mi deprimo e mi lascio andare…”
LA MADRE CATTIVA E LA MADRE BUONA
Veronica ha avuto una madre che sembrava risucchiarla, e per salvarsi la vita aveva provato a fuggire di casa e fare a modo suo.
Ma poi quando per una grande ferita sentimentale il suo cuore (cavallo) era impazzito e si era messo a sgroppare lasciandola in panne, aveva sentito il bisogno di ritornare a una ‘madre terra ‘.
Ma qui era caduta in preda agli stessi incubi della sua infanzia e allo stesso materno simbolico distruttivo: adesso rappresentato dall’affondare nelle sabbie mobili dell’incoscienza placida ma mortifera dell’oblio farmacologico.
La fiaba propone una diversa immagine materna, quella della vecchia saggia: una terra antica che sta molto più in profondità…. E questa madre simbolica le dice, tanto per cominciare, di far ordine e distinguere meglio le cose.
GLI EFFETTI SULLA REALTA’
La prima cosa che Veronica fa è invece che deprimersi arrabbiarsi: ripensa a Marco che l’aveva lasciata crogiolare nei suoi sogni dorati, senza neanche dirle che era già sposato, e si infuria.
Poi comincia a dare dei ritmi alla sua vita: aveva sempre odiato gli orari fissi perché la madre le imponeva rigidamente a che ora mangiare e a che ora dormire, a che ora studiare e a che ora giocare, e lei nella sua ribellione aveva rifiutato ogni tipo di regola: si era piccata di sconvolgere tutti gli orari, di dormire di giorno e star sveglia di notte, di mangiare alle ore più impensate, purchè che non fossero pranzo e cena.
Adesso si mette a dare un ritmo alla sua vita: un “ritmo suo” e non quello impostole dalla madre. Intanto si regolarizza anche il ritmo cardiaco e quello mestruale, che era sempre stato molto discontinuo.
LA SOLUZIONE DELLA FIABA
“Dopo che la principessa ha superato le tre prove la vecchia le dà in dono un medaglione salva-vita.
Si tratta di uno strano medaglione rotondo, tutto inciso con segni incomprensibili: è di pietra ma è molto caldo. E la vecchia le dice di portarlo sempre sul cuore: la proteggerà da ogni disgrazia.”
I SIMBOLI
Consideriamo alcuni dei simboli che compaiono in questa soluzione fiabesca: il medaglione è di pietra, “terra” come è terra la madre terra, ma non più l’ infida terra delle sabbie mobili, ma una terra solida e resistente, forgiata dalle ere geologiche: la terra antica della vecchia saggia.
Il medaglione salva-vita però è anche caldo: racchiude in sé non solo lo ‘spirito della terra’ ma anche lo ‘spirito del fuoco’….
E’ una rappresentazione emblematica di compresenza degli opposti: dove femminile e maschile, terra e fuoco, materia e spirito, si integrano e si completano a vicenda. La pietra è il fondamento, pietra angolare, ossatura dell’ abitazione, ma è il fuoco ciò che la trasforma in una casa e la rende viva e accogliente.
La vecchia sembra conferire simbolicamente a Veronica il suo centro un punto di equilibrio da portare sempre sul cuore: sul ‘centro’ della circolazione energetica vitale. Il cuore era l’organo con cui Veronica aveva espresso più vistosamente il suo malessere…
E il cuore racchiude in sé le valenze simboliche del femminile e del maschile: è coppa e fuoco, è ritmo alternato di contrazione e distensione, è alternanza di Yin e Yang.
Il finale della fiaba indica la cura necessaria: una integrazione degli aspetti maschili e femminili, della terra e del fuoco.
E prospetta anche un lieto fine: “ Quando la principessa esce dalla caverna sotterranea e risale in superficie, lassù c’è qualcuno che la aspetta… ”
Dott.ssa Paola Santagostino
Dott.ssa Paola Santagostino: Psicoanalista e Psicoterapeuta specializzata in Medicina psicosomatica, tiene sedute individuali di terapia e consulenza e conduce Corsi di psicologia sulla fiaba in tutta Italia.
Per contattare l’autrice: contatto@paolasantagostino.it 02.6555635
Questo articolo fa parte di una serie di casi di guarigione mediante la fiaba terapia in cui c’è anche:
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Anche io sono rimasta colpita dalla storia di Rossana perché mi ci riconosco. Non sono scappata di casa, ma dentro di me ho sempre provato le stessi sensazioni di voglia di fuga e anche di completo sbandamento quando i miei sogni si sono infranti e proprio allora mi è cominciata la tachicardia. Ho sempre pensato che mi si fosse ‘spezzato il cuore’ ma non si è ancora riaggiustato anche se ormai sono passati anni. Non stavo più mettendo in relazione i miei problemi cardiaci con quella storia, li vedero ormai solo come un problema medico, ma ripercorrendo le ‘coincidenze’ adesso mi accorgo che i conti tornano. Come ne esco????
La storia di Veronica mi ha commosso: anche io sono scappata di casa appena compiuto i 18 anni per sfuggire da una madre soffocante e tremenda. Ho fatto la mia vita per un po’ ribelle, ma poi per fortuna ho conosciuto un uomo meraviglioso che è diventato mio marito. Siamo stati felici per dieci anni e abbiamo avuto una bambina meravigliosa: Monica. L’anno scorso mio marito è morto in un tragico incidente stradale e una parte di me è morta con lui. Non mi sono mai ripresa dallo shock, ho dovuto farmi forza per la bambina ma vado avanti come un automa, faccio le cose in casa e vado a lavorare ma sono come in stato di trance. Amo mia figlia con tutto il cuore ma non riesco a dimostrarglielo come vorrei perchè mi sono ‘congelata’ paralizzata dall’orrore di questa disgrazia. Lì sono cominciate anche le tachicardie e penso che sia ‘il mio cuore che parla’ e che urla tutto il suo dolore. Passerà mai?
Una fiaba meravigliosa! Voglio farne una anch’io e chissà che non mi aiuti anche per la tachicardia. Sto prendendo delle medicine per regolarizzare il battito ma non vedo nessun effetto. Mi parte il cuore all’improvviso a volte persino di notte quando dormo e mi sveglio di colpo in un bagno di sudore. Il medico dice che è ansia e stress ma io non ne sono convinta, secondo me c’è sotto qualcosa di psicologico. Fare una fiaba mi può aiutare secondo lei? Grazie Patrizia
I miei problemi cardiaci sono iniziati da un anno circa, dopo la morte di mia madre. Prima erano episodi di palpitazioni notturne ma poi tachicardia e extrasistoli frequenti più volte al giorno. Ho fatto tutti gli esami e il mio cuore è a posto. Adesso mi dicono che è ansia ma io non riesco a mettere in collegamento questi attacchi improvvisi con qualcosa di specifico: capitano da soli e non mi sento ansiosa. In ansia semmai ci vado dopo perchè ho paura che mi succeda qualcosa di brutto o di avere una malattia grave che non hanno scoperto. Come posso controllarli?
Grazie di questo articolo mi è stato molto utile
Buona sera mi chiamo Giuseppina ho 32 anni e soffro di tachicardia da parecchi mesi. Nonostante tutte le analisi e le cure non sembra diminuire per niente. Mi chiedo se la fiaba terapia potrebbe fare a caso mio. Non avevo mai sentito parlare di questa tecnica ma mi sembra molto interessante e vorrei provare su di me anche da casa se possibile.
Ho perso mio padre l’anno scorso e per me era una persona molto importante di riferimento, sempre capace di calmare le mie ansie e le mie preoccupazioni ( era anche medico). Da quando è scomparso sono iniziate le tachicardie, improvvise e violente, senza un sostrato organico che le giustifichi. Mi dicono che è solo stress, ma la questione secondo me è più profonda: non si tratta di una situazione di stress specifica e circoscritta ma di una tendenza cronica del mio carattere eccessivamente ansioso. Mio padre riusciva in qualche modo a tranquillizzarmi e ora che non c’è più non c’è un farmaco che lo possa sostituire. Probabilmente dovrei fare una psicoterapia per risolvere alle radici il problema. Sono di Catania mi saprebbe consigliare qualcuno che sia anche specializzato in disturbi cardiaci?
Programmatore informatico in una grande azienda e sempre alle prese con i numeri e adesso chi da i numeri è il mio cuore! Ritmo assolutamente irregolare con extrasistoli aritmia tachicardia bradicardia e tutto fuorchè un ritmo regolare. Mi ha colpito nel suo articolo la faccenda dei ‘ritmi’ beh io non ho le mestruazioni irregolari :-))) ma i miei ritmi vitali nel mangiare dormire lavorare sono sempre stati caotici anche prima di avere questo disturbo. Lei pensa che se regolarizzassi i tempi nel suddividere la giornata e far le cose più ordinatamente questo potrebbe avere un effetto anche sul cuore?
Ho provato subito a inventare una fiaba ma non ci capisco niente, solo lupi affamati da tutte le parti e non è neanche finita. Mi potrebbe aiutare? Ho la tachicardia da tanto tempo è peggiorta moltissimo da quando ho perso mio marito in un incidente stradale ma anche prima c’era. Non è sempre ma vorrei liberarmene definitivamente. E’ possibile seguire una terapia con lei e quanto dura?
Questo mese in uscita un interessante romanzo dal titolo Sabbie mobili, della scrittrice Rita Parisi, con la promettente casa editrice Butterfly edizioni.Nel libro vengono affrontati con molta delicatezza da parte dell’autrice temi scottanti, di cui spesso non è facile parlare, argomenti come la depressione e l’infertilità.La protagonista Chiara, che dopo aver scoperto di essere stata tradita dal marito Marco, di essere sterile, e di non aver mai avuto un vero dialogo con la propria madre, vede la sua vita appassire come un fiore senz’acqua.La vicenda viene raccontata attraverso i ricordi di Chiara: è sul treno per Trieste, e in questa cornice lascia scorrere i ricordi come in un film, ritrovando senza via di scampo, la consapevolezza dell’atroce verità che le ha cambiato la vita.Chiara ha tutto ma non può avere figli!I ricordi legati al mare azzurro, la paura e l’emozione di imparare a nuotare, il primo canotto che le ha comprato il padre, e la madre, sullo sfondo, distante e severa.Sabbie mobili è il ritratto di due donne che a modo loro non hanno vissuto a pieno o per nulla la propria maternità e di un amore segreto.Il romanzo sarà acquistabile nel sito della casa editrice, su Amazon, Ibs e nelle migliori librerie.L’autrice:Rita Parisi è una giornalista pubblicista che coltiva da sempre la passione per la scrittura. Ha vinto numerosi concorsi letterari nazionali, da Subway Letteratura, con il racconto intitolato “Nero cenere”, a “Donne che fanno testo”, promosso dal quotidiano “Il Messaggero”, con “Il Cerchio perfetto”, passando per il Premio Nazionale per la Narrativa promosso dalla rivista “Grand Hotel” dove si è qualificata al primo posto nella sezione Thriller con “Il passato non dorme mai”. Diversi altri suoi scritti sono stati pubblicati da Caracò editore e Butterfly edizioni.
Mi sono stupita molto leggendo questo articolo: non conoscevo questa tecnica di fiaba terapia e mi sembra davvero interessante! Vorrei capire meglio come funziona e penso che verrò a un suo corso appena posso.
Anche io soffro di tachicardia e aritmia e penso che siano in relazione con il mio stato mentale perché quando sono tranquilla in generale in quel periodo va molto meglio e quasi spariscono.
Leggendo mi sono ritrovata uguale in tanti dettagli come la madre invadente e la sfortuna nei rapporti con gli uomini, ma sopratutto la storia delle palline rosse e nere mi ha colpito perchè di recente ho fatto un sogno a proposito e dovevo proprio dividerle solo che le mie erano blu e rosse. Pensa che c’entri qualcosa. Ma anche io nascondo sotto una maschera di durezza la mia suscettibilità e anche sono permalosa. Le scriverò per il corso intanto grazie del post. Roberta
Tachicardia e aritmia continue e calmanti non funzionano, ma il cuore in sè non è malato. Che cosa devo fare? E’ cominciato tutto con la morte di mio padre improvvisa e brutale, anche tanti problemi economici seguiti e non dormivo più bene anche mia mamma che si è ammalata. Credo che il cuore c’entri perchè avevo la sensazione che mi si spezzasse dal dolore. M adesso è passato un anno e mezzo e non vedo miglioramenti. Pensa che una psicoterapia mi potrebbe aiutare?
Grazie della attenzione e buona giornata Arianna
Ho tachicardie imponenti e solo notturne, che mi fanno risvegliare nel cuore della notte in una frenesia di terrore. Gli esami clinici non sono riusciti a venire a capo del fenomeno e non so cosa fare.
Lei pensa che possano essere dovute magari a qualcosa che sogno (ma che non ricordo)? Grazie
Pazzesco mi chiamo anche io Veronica e sembro quella della storia!
Beh, non esattamente perché io non mi sono mai mossa dal mio paese e non ho mai avuto tutte quelle rocambolesche avventure. Però… leggendo questo post mi sono resa conto che anche le mie tachicardie sono iniziate subito dopo una grossa delusione amorosa ( che stupida non lo avevo mai collegato!) e sopratutto la questione del ritmo!
Anche io sono caotica con gli orari e del tutto sregolata, ed è vero che lo faccio ‘per dispetto’ e per ribellione contro mia madre che è oppressiva pure lei. In effetti adesso ho 34 anni e potrei farmi la mia vita e darmi io le mie regole invece di continuare a trasgredire le sue. Questo è un imput che mi piace e mi fa riflettere.
Grazie a la riaggiorno Veronica
Veronica ha avuto una madre che sembrava risucchiarla, e per salvarsi la vita aveva provato a fuggire di casa e fare a modo suo. Ma poi quando per una grande ferita sentimentale il suo cuore (cavallo) era impazzito e si era messo a sgroppare lasciandola in panne, aveva sentito il bisogno di ritornare a una ‘madre terra ‘. Ma qui era caduta in preda agli stessi incubi della sua infanzia e allo stesso materno simbolico distruttivo: adesso rappresentato dall’affondare nelle sabbie mobili dell’incoscienza placida ma mortifera dell’oblio farmacologico. La fiaba propone una diversa immagine materna, quella della vecchia saggia: una terra antica che sta molto più in profondità…. E questa madre simbolica le dice, tanto per cominciare, di far ordine e distinguere meglio le cose.
Ho sofferto molto anche io di questo disturbo e solo recentemente in seguito a una psicoterapia va un po’ meglio. Interessantissimo articolo Grazie.
Molto interessante e utile. Mi fa riflettere su quanto possono influire i miei problemi affettivi con l’uomo con cui sto con i miei problemi cardiaci, una tachicardia poco spiegabile e che viene solo a periodi. Anche la questione dei ‘ritmi’ è interessante: io sono una confusionaria pazzesca e ho le mestruazioni irregolarissime ma non ho mai pensato che c’entrasse qualcosa. Grazie!
Una forma davvero diversa dal solito di curare la tachicadia. Anche io penso di avere qualche ‘problema di cuore’ ma se provo a inventare una fiaba da sola funziona?
Il cuore che batte forte… è sempre molto interessante! Mi chiedo a che cosa pensi tu appena sveglio o prima di addormentarti. C’è tanta gente che appena alzata comincia a pensare a tutte le cose che deve fare durante la giornata e va subito in agitazione… e prima di dormire si preoccupa già per il giorno dopo e si agita di nuovo. Una buona maniera per capirci di più è abbandonarsi alla sensazione fisica e ascoltarla senza fare altro, senza combatterla, solo percepirla e lasciar fluire le immagini: spesso la risposta arriva da sola. Fammi sapere! Ciao Paola Santagostino
Io soffro di palpitazioni che credo sia una aritmia, soprattutto la mattina appena alzato e la notte prima di dormire.
Il cuore è ok, ma ho paura di questo
Cosa posso fare?
Ne soffro da un anno