Che criteri usiamo per cambiare i colori della nostra casa? Come li scegliamo e da che parte cominciamo? Possono aiutarci quando vogliamo cambiar vita?
Questo è un esempio di come usare i colori per rifare a nuovo un’ abitazione dopo un divorzio, con poca spesa e in tempi brevi:
“ Elena era divorziata da poco: aveva vissuto in quella casa con il marito per dieci anni. L’appartamento era stato progettato insieme e rispondeva al tipo di coppia che erano allora: la disposizione delle stanze, i colori e l’arredamento erano stati scelti insieme ma poi erano rimasti immutati.
Dopo la separazione Elena aveva passato un lungo periodo di tristezza in cui si era chiusa in casa a leccarsi le ferite senza nessuna voglia di veder gente. Ma adesso voleva voltar pagina, riaprirsi al mondo e avere tanti amici intorno a sé. Voleva anche iniziare un’attività in proprio e uscire di più. Ma intanto non riusciva più a stare in quella casa dove ogni minimo particolare le ricordava il passato….
IL BISOGNO DI CAMBIAMENTO
Il bisogno principale di Elena era quello di cambiamento.
Era cambiata tutta la sua situazione: da casalinga sposata con un benestante quanto misogino docente universitario adesso era una donna divorziata con difficoltà economiche e la voglia di aver gente attorno. Come coppia erano stati dei gran solitari: non uscivano mai e dopo la separazione anche lei si era rintanata in casa, ma adesso aveva bisogno di fare nuove amicizie. E subito.
Quella casa era stata pensata in tutt’altro periodo di vita: quando Elena e il marito si erano sposati lui stava appena iniziando una carriera da studioso e andava bene a entrambi avere un’abitazione molto classica. Elena si era dedicata completamente a fare la brava mogliettina…. anche perché pensavano di avere figli al più presto… figli che poi non avevano avuto. Adesso in quella casa non riusciva a resistere un giorno di più.
L’INSOPPORTABILE
Quali erano gli elementi che le rendevano quella casa tanto insopportabile?
1) il soggiorno classico
Era il luogo dove Elena passava la maggior parte del tempo. Era stato progettato in modo molto più adatto alla carriera del marito che non a viverci quotidianamente: per esempio la grande finestra che occupava tutta la parete di fondo era oscurata da pesanti tendaggi di velluto verdone scuro perché era stata pensata per invitare ospiti di sera.
La zona pranzo era nella parte meno illuminata della stanza perché il tavolo veniva usato solo dal marito per studiarci di sera. Era circondato da massicce librerie che adesso con gli scaffali semi vuoti davano un’impressione di totale disarmo.
Le pareti color crema non si vedevano neanche tanto erano coperte da altre librerie ora vuote e da quadri antichi.
Nel complesso tutta la stanza sembrava sovraccarica e con la luce del giorno risultava lugubre e opprimente.
Non c’è da stupirsi che Elena rivivesse l’abbandono in tutti i dettagli visivi di quel salotto: sia i colori che lo stile inviavano il messaggio simbolico di “tradizione e permanenza” proprio il contrario della sua realtà attuale.
2) la cucina spaziale
La cucina era una stanza a sé molto piccola e supermoderna perché il marito di Elena era un appassionato dell’efficienza e non del cibo: quella cucina cromata aveva l’atmosfera gelidamente asettica di una nave spaziale e a mangiare lì da sola Elena si sentiva così triste che le passava pure l’appetito …
3) la camera da letto anonima
La camera da letto era totalmente anonima e un po’ squallida perché Elena si era liberata del pomposo talamo nuziale ma lo aveva sostituito con un letto da quattro soldi e in più la luce nord del mattino dava alla stanza delle tinte violaste.
4) la cameretta dei bambini non avuti
Non parliamo neanche di quella cameretta: era la stanza più piena di sole dell’intera casa ed Elena non la apriva assolutamente mai perché era originariamente destinata ai bambini e le faceva proprio male vedere quel gran vuoto….
DA DOVE COMINCIARE?
I primi interventi sono stati fatti ovviamente nella parte più abitata della casa e con delle modifiche semplici ed economiche che cambiavano subito l’atmosfera.
Il salotto è stato il primo: innanzitutto bisognava svuotarlo di un sacco di roba inutile e dolorosa: gli scaffali vuoti e le librerie in disuso sono state portate in cantina, come i vecchi quadri e una valanga di soprammobili-ricordo
E soprattutto via quei tendaggi scuri! Tende chiare.
Già così la stanza sembrava due volte più grande e molto più luminosa.
L’arredamento rimasto è stato tutto spostato: il tavolo da pranzo vicino alla luce così che Elena potesse pranzare di fronte alla bella vetrata.
Divani e le poltrone sono stati ricoperti con un tessuto chiaro color avorio.
Il cambiamento di colore e atmosfera: le pareti sono state dipinte di un bellissimo color albicocca che scaldava la stanza e che è stato l’ elemento determinante di tutto il cromatismo dell’ambiente.
Il pavimento di parquet a Elena piaceva e lo si è subito scaldato con un po’ con delle stuoie che riprendevano i toni arancio rosso e marrone e legavano insieme tutte le sfumature presenti nella stanza.
A questo punto è bastato spargere qua e là un po’ di piante e cuscini e l’insieme risultava davvero perfetto!
Ora la stanza era allegra ed accogliente proprio come Elena la voleva: adatta a ricevere amici e molto vivibile anche di il giorno.
In seguito stati modificati con ben pochi interventi anche le altre stanze: la camera da letto, la cucina e la camera degli ospiti: in quattro e quattr’otto la casa era rifatta a nuovo e si adattava benisimo alla nuova vita di Elena.
SIMBOLISMO DEL COLORE
Il punto determinante dal punto di vista del simbolismo del colore è che il verde scuro richiama tradizione e permanenza e creava quella vecchia atmosfera di cui Elena si voleva liberare, tipo di atmosfera… l’arancione albicocca è molto stimolante e favorisce la socializzazione e il cambiamento…
(Il brano è tratto dal LIBRO IL COLORE IN CASA www.pensieroecorpo.it/colore-in-casa)
Dott.ssa Paola Santagostino: Psicoterapeuta specializzata in Medicina psicosomatica e Psicologia del Colore, tiene sedute individuali di Consulenza-colore e conduce Corsi e seminari. E’ l’autrice del libro “Il colore in casa” edito da Urra Apogeo. Per comunicare con l’autrice: contatto@paolasantagostino.it 02.6555635
Questo articolo fa parte di una serie in cui c’è anche:
“Cambiare il colore dell’abbigliamento” “L’effetto dei colori su di noi” ” Quando usare il rosso in abbigliamento“
CORSI SULLLA SCELTA DEI COLORI in abbigliamento e arredamento con programma dettagliato
CORSI SUL COLORE E CONSULENZE-COLORE INDIVIDUALI contatto@paolasantagostino.it 02.6555635
Buongiorno, sono Clarabella, architetto, e mi occupo anche di arredamento e decorazione d’interni. Ho trovato molto interessante questo post e vorrei raccogliere più materiale sull’uso dei colori in arredamento e sulla loro efficacia da un punto di vista psicologico. Non ho trovato molto materiale valido, mi potrebbe consigliare qualche articolo specializzato o qualche testo anche di psicologia? Ringrazio anticipatamente e appena riesco a organizzarmi voglio venire al suo Corso “I colori per stare bene” Arrivederci.
Anche io ho avuto una brutta separazione e la casa è rimasta a me. La voglio riorganizzare a modo mio sia perchè sia più comoda per le mie esigenze sia per eliminare i troppi ricordi (brutti). Ho consultato un architetto per le parti di ristrutturazione e opere murarie ma sui colori non sono per niente soddisfatta dei suoi suggerimenti, anzi non ci penso proprio ad arredarla come dice lui: gusti molto diversi.
Lei vedo che fa anche delle consulenze colore, potrebbe dirmi come si svolgono e se devo venire lì oppure si può fare via mail in caso mandandole gli esempi dei tessuti già scelti? Oppure è meglio che frequenti il suo corso e poi li scelgo io?
Grazie Loretta
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