Paola Santagostino
Edizioni Urra Apogeo
Mentre mi annotavo i sogni dei pazienti chiedevo i colori. Domanda insolita. Alcuni rispondevano che non li ricordavano, altri dicevano che sognavano in bianco e nero, ma molti incominciavano a parlarne. Raccontiamo la nostra vita in bianco e nero perché nessuno ci chiede mai i colori. Quei sogni cominciavano ad accendersi di luci, le immagini prendevano vita e non erano più solo degli elementi astratti che si combinavano seguendo le leggi dell’associazione onirica o dei semplici mattoni da costruzione di un significato altro, ma diventavano un fluire di rappresentazioni che si dipanava seguendo il filo conduttore colorato dell’emotività.
E’ stato così che ho scoperto che il colore dei sogni di ognuno di noi è diverso. Certo che nel sogno compaiono mille colori, ma pure c’è una luce caratteristica che li contraddistingue e ci contraddistingue. Una luce che cambia in parte secondo il periodo di vita che stiamo attraversando: all’interno di quello che è il grande filone del colore predominante dei nostri sogni personali ci sono delle interessanti variazioni nel corso del tempo. Anche in sogno ci sono i periodi bui, periodi in cui tutti i colori assumono un tono più cupo, diventano colori più smorzati e tinte più tendenti al grigio come se la scena fosse scarsamente illuminata, come ci sono periodi luminosi in cui le immagini assumono una freschezza tutta nuova, le tinte si fanno leggere e i toni vivaci. Questo variare del colore dei sogni ci dice qualcosa di ciò che sta accadendo nel nostro profondo e spesso molto tempo prima che se ne vedano le manifestazioni visibili sul piano della realtà.
Anche nella vita da svegli ci sono attimi di intuizione e di intensa presenza in cui i colori esterni sembrano improvvisamente acquistare una brillantezza particolare: guardiamo un panorama consueto come se non l’avessimo mai visto prima, la luce sembra più vivida e i contorni più precisi, lo spazio acquista una profondità insolita e vediamo la distanza tra gli oggetti come se fosse una presenza mai notata, improvvisamente cogliamo percettivamente anche il vuoto. Come ci sono dei momenti d’angoscia in cui tutto sembra assumere una luce sinistra, una luce cruda che fa male allo stomaco prima ancora che agli occhi e gli scenari normali assumono valenze inquietanti per via della nostra particolare percezione della luce. Se ci impegniamo a ricordare un momento importante della nostra vita e rivediamo con gli occhi della mente il fotogramma di una scena particolarmente carica di emotività, ci accorgiamo che ha sempre una sua luce caratteristica e dei colori propri.
IL COLORE IN PSICOTERAPIA
A me è capitato di chiedere i colori dei sogni e di accorgermi con sorpresa che ognuno aveva la propria luce e i propri colori e incuriosita ho continuato a chiedere e ad annotare per scoprire se quei cambiamenti di colore avevano un senso comprensibile, se accompagnavano in qualche modo i miglioramenti e peggioramenti della malattia. Certo non sempre i pazienti ricordavano i loro sogni e non sempre ne ricordavano chiaramente i colori, ma pure dal materiale che via via andavo raccogliendo incominciavano ad emergere le tracce di un percorso dotato di una sua logica.
Mi sono chiesta se questo poteva avere una qualche utilità in termini di terapia. Ricordo l’analisi di una nevrosi cardiaca in cui il cuore saltava e sgroppava come un cavallo impazzito e la terapia si è dipanata tutta seguendo il filo conduttore dei colori che comparivano in un sogno importante. Nel sogno il rosso e il blu si opponevano muovendosi e scontrandosi su un ottovolante, nell’analisi si sono rivelati come colori simbolici rappresentativi di forze pulsionali che spingevano in direzioni diverse e non trovavano un’armonia di percorso. Colori che erano stati associati al movimento del sangue e ad un immaginario scontrarsi delle sue correnti nel cuore, come i desideri opposti si scontravano in quel momento della vita. Anche quando lavoravo con l’ immaginario chiedevo i colori. Conservo ancora pagine e pagine fitte della mia calligrafia che riportava testualmente le fiabe e le immaginazioni guidate dei pazienti, costellate al margine del foglio da tanti cerchiolini con scritto dentro ‘giallo’, ‘rosso’, ‘blu’, che indicavano i colori delle immagini e tracciavano un percorso cromatico di cui si poteva seguire il senso.
IL COLORE DEI CHAKRA
Quando ho cominciato ad addentrarmi più a fondo nello studio dei colori dei chakra nella medicina orientale tutto questo ha iniziato ad acquistare un significato più ampio: i colori dei vari chakra corrispondevano a dei precisi livelli energetici e a dei piani di organizzazione della materia e della vita leggibili a diversi livelli di comprensione. I colori non erano più dei semplici elementi visivi, che si combinavano secondo le leggi estetiche di un gusto in costante cambiamento o delle percezioni sensoriali mute rispetto al loro significato più profondo, ma si rivelavano come simboli in movimento più simili alle note musicali che creano infinite melodie. Ed è vero che i colori sono paragonabili alle note musicali che nell’avvicinarsi e nell’allontanarsi, nel fondersi e nell’opporsi creano una sinfonia che comunica un messaggio emotivo e la rendono visibile con gli occhi.
I COLORI DELL’ABBIGLIAMENTO
Poi ho iniziato a osservare con più attenzione anche i colori dell’abbigliamento. Vedevo i pazienti una volta alla settimana e potevano essere vestiti in un modo piuttosto che in un altro per pura coincidenza o per motivi pratici contingenti, ma a ben guardare questo non si rivelava del tutto vero. Quando una persona che veniva in terapia da tempo indossando sempre colori che sembrano fatti apposta per scomparire, un bel giorno si presentava con colori diversi, con colori che si facevano notare, qualcosa voleva ben dire: non sarebbe neppure riuscita a indossarli se non ci fosse stato un cambiamento dentro di lei. Lo stesso valeva all’incontrario: chi portava abitualmente dei colori vivaci segnalava con gli scuri un cambiamento del tono dell’umore. Ricordo in particolare una signora che senza accorgersene rivelava come una cartina tornasole gli stati d’animo attraverso le sfumature di colore: si vestiva sempre di rosso e dalla tonalità si poteva capire di che umore era prima ancora che aprisse bocca e si riusciva persino a indovinare che cosa le era successo durante la settimana: quando il rosso era troppo vivace il più delle volte stava cercando di nascondere sotto un velo di allegria il dispiacere per una brutta notizia e quando il rosso virava verso il marrone c’erano guai grossi in vista.
Se apriamo il nostro armadio vediamo subito i nostri colori consueti, ci sono dei colori che non compreremmo mai e che se anche finissero nel nostro armadio con un regalo rimarrebbero lì fino all’eliminazione, ci sono colori che non riusciamo a portare senza sentirci a disagio, indipendentemente dal fatto che ci stiano bene o male e colori che portiamo sempre e che in un certo senso ci rassicurano e ci contraddistinguono.
Ho cercato di capire se c’era un senso anche nel cambiamento di colore degli abiti nel corso della terapia, non un senso uguale per tutti o legato al variare della stagione e della moda, ma un senso individuale. E in effetti si poteva cogliere un certo cambiamento di colori nell’abbigliamento che accompagnava puntualmente l’andamento della malattia: i colori si scurivano e si schiarivano, diventavano brillanti o si facevano cupi come nei sogni e anche qui indicavano un percorso.
In un certo periodo un buffo fatto personale mi richiamò l’attenzione: era bizzarro che tutte le volte che mettevo un certo maglione verde militare tutti incominciassero a farmi complimenti, dalla scorbutica vicina di casa di primo mattino ai colleghi più indifferenti. Quel golf non era molto bello ed era anche decisamente informe e il verde muschio non è un colore che mi stia particolarmente bene, perché allora tanti complimenti? Ho impiegato del tempo ad accorgermi che era il solo maglione di quel colore che avevo e lo indossavo molto molto raramente, ma quando mi davo la pena di andare a cercarlo in fondo all’armadio ero di un certo umore ed era al mio stato d’animo che facevano i complimenti non al colore del golf.
IL COLORE DEGLI AMBIENTI
Il colore degli ambienti a dire il vero è stato quello che si è imposto per ultimo alla mia attenzione. Ha incominciato a colpirmi il fatto che molti pazienti verso il termine della terapia volessero cambiare i colori della casa, certo non accadeva a tutti, ma il fenomeno si ripeteva con una discreta frequenza. Dipingere la casa è sempre una faticaccia, vuole dire giorni e giorni con tutto sottosopra in una situazione quasi invivibile e il più delle volte ci si limita a riimbiancare solo quando è strettamente necessario. Loro invece avevano proprio il desiderio di cambiare colore, a volte di tutta la casa e a volte solo di certe stanze particolari e si lanciavano in delle modifiche che coinvolgevano il colore delle pareti piuttosto che quello della copertura dei divani o del letto. Queste opere avevano sempre il significato di una sorta di voltar pagina, di un lasciarsi alle spalle il passato con i suoi dolori e anche con la malattia e di entrare in una nuova fase della vita.
Mi hanno incuriosito questi colori nuovi e la loro differenza dai vecchi: mi chiedevo se c’erano colori che si prestavano meglio di altri ad accompagnare il processo di trasformazione, se qualcosa nel colore stesso fosse in grado di favorire dei cambiamenti e di esprimerne la direzione. Da quel che ho potuto notare non ci sono dei colori standard per il cambiamento: il cambiamento stesso dipinge di colore il suo significato proprio, quello che acquista nella vita di una persona in particolare. Ho visto comparire e scomparire rossi e gialli e blu quasi nella stessa misura: il senso della trasformazione era da leggere tutto all’interno della storia di una vita in una certa abitazione. Determinati colori si erano legati nell’immaginario della persona che aveva vissuto un ambiente alle emozioni e alle esperienze che l’avevano visto come scenario degli eventi.
Si andava a definire in questo senso un significato personale attribuito ai colori, ma mai disgiunto dal loro simbolismo universale, che veniva per così dire declinato in mille varianti più specifiche e individuali. Per esempio avrei giurato che il colore della mia stanza, quella in cui studiavo e leggevo e scrivevo e riflettevo, fosse del tutto casuale e dovuto ad un antico acquisto di sete orientali durante un viaggio. Era un colore brillante che poi aveva finito per vincolare tutti gli altri colori dell’arredamento: le tende, le poltrone e tutto ciò che era arrivato dopo era stato scelto dello stesso colore solo per mantenere l’armonia, una scelta quasi obbligata di un colore che oltretutto non era il mio preferito e che non portavo mai con l’abbigliamento. Pure ricordavo di avere scelto quella seta tra mille altre proprio perché il suo colore mi aveva attirato subito quando pensavo alla mia casa in fase di primo arredo. Anni dopo studiando le basi della cromoterapia e gli effetti fisici e psicologici dei vari colori ho scoperto che proprio quello era in assoluto il colore più adatto che potessi scegliere per quel locale, considerando il tipo di attività che vi svolgevo e anche la particolare fase di vita in cui ero. Una sorta di intuizione spontanea mi aveva guidato nel gusto prima ancora che avessi delle conoscenze specifiche e così accade spesso: il colore ci chiama fa sentire al nostro organismo il bisogno della sua presenza attorno a noi.
LA CASA-CORPO
I nuovi colori dati dai pazienti alla loro abitazione erano diversi per aree della casa e questo non mi riusciva difficile da capire anche nel suo significato simbolico perché in quel periodo utilizzavo spesso una tecnica immaginativa che lavorava sul corpo visualizzando il capo, il ventre e il petto come dei regni di fantasia che raccontavano ognuno la propria fiaba, che poi confluiva in un racconto comune. I confini tra i regni sono spesso campo di battaglia: nel blocco del diaframma e della gola si realizza quella difficoltà di respirazione e di comunicazione e si manifestano quei conflitti tra pensieri, istinti e sentimenti che fanno da sottostrato comune di tutte la malattie, indipendentemente della loro dislocazione in un’area specifica del corpo. Quella tecnica immaginativa si era rivelata oltremodo utile per chiarire le dinamiche e i conflitti simbolici tra le aree e le funzioni ed ero abbastanza abituata a vedere il corpo rappresentato come un’unità ben strutturata al suo interno in regni diversamente colorati. Mi è quindi risultato spontaneo accorgermi che i colori scelti per la casa e distinti per aree simboliche ricalcavano in buona parte quelli con cui erano state colorate certe parti del corpo e certe funzioni organiche per raffigurarne meglio il vissuto personale. Si stava definendo dentro di me una immagine della casa-corpo e del corpo-casa che offriva ricchi spunti di comprensione e di ricerca di analogie significative.
LA CONSULENZA COLORE
Ai tempi erano in parecchi a essere informati dei miei studi sul colore in relazione alla Medicina Psicosomatica e delle mie ricerche sul simbolismo dei colori e sugli effetti psicofisici delle diverse lunghezze d’onda e incominciarono ad arrivarmi dei clienti in ottimo stato di salute, che chiedevano una Consulenza sui colori più adatti per dipingere la loro casa al fine di ottenere un certo effetto. Si è così aperto un campo di attività per me nuovo ed estremamente affascinante che non ho più abbandonato.
Nel corso di queste consulenze si è via via definita la metodologia più adeguata: si trattava in sostanza di capire quali erano esattamente i desideri e i bisogni specifici degli abitanti della casa e di individuare quali gamme di colore fossero le più adatte a creare l’atmosfera voluta e a produrre un delicato ma costante stimolo benefico. Per quanto riguarda gli effetti psicofisici dei colori sarebbe possibile riferirsi a dei dati fissi che riguardano la loro azione in relazione alla lunghezza d’onda, ma in realtà la scelta richiede dei criteri di selezione molto più raffinati che tengano conto del carattere della persona e soprattutto della fase di vita che sta attraversando. Perché la casa si adatti davvero al suo abitante deve rispecchiarne la natura, ma deve anche coglierne il momento esistenziale e accompagnarlo fornendo degli stimoli che si adattino ai bisogni particolari di quel periodo e che bilancino gli eventuali squilibri.
Quando scegliamo i colori in base al gusto personale e non alle tendenze di moda di solito ci orientiamo spontaneamente su dei colori che sono anche particolarmente indicati per i loro effetti su di noi in quella fase: una specie di saggezza istintiva del corpo ci guida verso la vibrazione giusta, come guida i gatti a trovare l’erba gatta quando hanno mal di stomaco. Ma noi siamo piuttosto disabituati a percepire e assecondare questa naturalità delle sensazioni del corpo e spesso vi sovrimponiamo delle scelte dettate da altro o da altri.
In una casa oltretutto vivono più persone, che possono avere dei bisogni e dei desideri diversi e non è sempre semplice trovare una soluzione che rispetti le necessità di tutti e le armonizzi anche visivamente in un insieme gradevole. Il nucleo centrale delle mie Consulenze consiste proprio nell’offrire gli strumenti adatti a entrare in contatto con la propria naturalità di scelta cromatica, nell’aiutare a mettere a fuoco quali sono le esigenze personali diverse in quel periodo di vita e nel trovare le gamme di colori che possono soddisfarle.
Ovviamente nel corso degli anni ho acquisito una notevole esperienza a riguardo e ho esteso il mio campo di interesse anche alla analisi delle scelte cromatiche più opportune per i luoghi pubblici come le scuole ospedali uffici dove si lavora ogni giorno e per i locali di rappresentanza a contatto con il pubblico e per gli ambienti degli hotel. Questo libro intende condividere il sapere accumulato rivolgendosi a un pubblico allargato e indicare alcuni criteri utili per scegliere i colori della casa nel modo più adeguato alle esigenze, basandosi su una conoscenza degli effetti psicofisici dei vari colori e sui collegamenti simbolici più ampiamente condivisi. Ma soprattutto intende stimolare un recupero della sensibilità al colore: tutti abbiamo in noi la capacità di cogliere le differenze di vibrazione energetica dei colori e di servircene in modo adeguato per favorire il nostro benessere e per aiutarci nei momenti di difficoltà.
I COLORI IN NATURA
Come collettività abbiamo perso contatto con il mondo dei colori e con i loro significati.
I colori della natura nella multiforme esplosione di sfumature esprime anche un preciso codice significante che ha permesso ai nostri antenati di imparare a distinguere con la vista ciò che era cibo e riparo da ciò che era pericolo e di coordinare le azioni in base a dei segnali cromatici. I colori degli elementi naturali sono stati per milioni di anni il veicolo di informazioni assolutamente fondamentali per la sopravvivenza della specie.
Oggi i colori hanno ben poco significato in termini di sopravvivenza perché la civiltà delle macchine ha sovrapposto i suoi propri colori a quegli degli elementi: le nostre città sono visivamente caratterizzate dal non colore degli strumenti e dai colori artificiali della produzione industriale, che non informano di nessun modo sulla qualità degli oggetti. Ci siamo abituati a questo tipo di colori e abbiamo perennemente a che fare con colori che non seguono alcun codice cromatico e che non rivelano nulla sulla natura delle cose. Anche la nostra sensibilità alla diversa qualità energetica dei colori, che è la loro vera essenza, si è di molto affievolita e non riusciamo più a distinguere istintivamente le differenze di vibrazione dei colori e a utilizzare spontaneamente per il nostro benessere.
Solo chi lavora in pubblicità oggi conosce bene gli effetti psicologici dei colori e li usa nella pratica quotidiana per scegliere le confezioni dei prodotti e l’immagine d’azienda in modo da far presa sul pubblico e incrementare le vendite, ma a parte questo aspetto commerciale non c’è un vero interesse né una cultura sull’influenza dei colori. Gli utenti ne subiscono gli effetti per quanto riguarda l’induzione agli acquisti, ma non sono in grado di riconoscerne le influenze, né tanto meno di utilizzarle a loro volta per altri scopi. Una più profonda sensibilità cromatica ci permetterebbe di usare i colori invece che venirne usati e di sfruttarne appieno le qualità per caricarci della loro energia e trarne un beneficio in termini di benessere personale
QUESTO LIBRO
Questo libro intende proprio richiamare l’attenzione su quanta importanza abbiano i colori della casa e degli ambienti in cui si vive abitualmente nel contribuire o meno al benessere psicofisico di chi li abita e vuole fornire delle indicazioni sugli effetti dei vari colori che permettano al lettore di orientarsi nel fare delle scelte tenendo in considerazione i suoi bisogni personali. Sottolineo sempre che non esistono dei colori standard da usare e che la scelta va molto personalizzata a secondo del momento di vita che si sta attraversando: una buona scelta tiene sempre presente le caratteristiche dei colori e le caratteristiche del soggetto in un tempo dato e usa dei criteri di selezione che integrino questi due aspetti.
Ho voluto indicare quali colori siano benefici per alleviare dei disturbi fisici o emotivi molto comuni e come si possa cambiare il cromatismo di un ambiente in caso di necessità con dei piccoli accorgimenti a effetto immediato.
Mi è sembrato opportuno inserire un breve capitolo anche sul colore dei vestiti, segnalandone un possibile uso finalizzato al benessere personale, che propone un nuovo punto di vista rispetto alle usuali considerazioni di carattere puramente estetico e offre un interessante campo d’azione in cui cominciare ad allenare la propria sensibilità cromatica e anche a verificare subito l’effetto dei vari colori.
Ho voluto inserire anche un capitolo sul colore nei luoghi pubblici, per dare un’idea di come si possano applicare dei criteri diversi, ma ugualmente validi, quando un luogo è frequentato da molte persone e quindi non ci si può basare sulle caratteristiche individuali per operare le scelte cromatiche.
Mi auguro che questo libro possa dare al lettore una prima mappa per orientarsi nella scelta dei colori per la sua casa e che possa incuriosire i responsabili del cromatismo degli ambienti pubblici e spingerli a portare un’attenzione sempre più consapevole ai colori di ambienti di cui poi tutti usufruiamo. Ma soprattutto desidero stimolare qualunque lettore a non trascurare la meravigliosa possibilità di favorire il benessere che le energie dei colori ci mettono a disposizione: recuperare un’attenzione ai colori e una sensibilità personale che ci permetta di distinguerne la carica energetica e il valore simbolico ci apre nuovi orizzonti per un uso personale del colore in mille aspetti della vita quotidiana.
TRATTO DA LIBRO ” Il colore in casa” di Paola Santagostino Edizioni Urra Apogeo 2006 http://www.urraonline.com/libri/9788850324026/scheda
Dott.ssa Paola Santagostino: Psicologa e Psicoterapeuta, specializzata in Medicina psicosomatica e Psicologia del colore lavora a Milano dove tiene sedute individuali di terapia e di Consulenza-colore e conduce Corsi in tutta Italia.
Per contattare l’autrice: contatto@paolasantagostino.it 02 6555635
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